I capillari sulle gambe possono essere trattati con scleroterapia o laser

Capillari sulle gambe: scleroterapia o laser?

La presenza di capillari sulle gambe è un problema estetico molto sentito soprattutto nella popolazione femminile, perchè provoca disagio nello scoprire le gambe e arriva a compromettere anche l’attività sociale.

Secondo un sondaggio eseguito tra le donne americane, i capillari sulle gambe rappresentano il problema estetico maggiormente percepito in assoluto rispetto agli altri, compresi gli inestetismi del viso come le rughe.
Infatti, la presenza di questi vasi sanguigni può condizionare l’autostima e influenzare i comportamenti sociali, a causa dell’imbarazzo provocato dall’esposizione delle gambe come quando si indossano una gonna o un bel vestito.

Le principali metodiche per eliminare questo problema e sono la scleroterapia e il laser.
Molte persone, però, li ritengono dei trattamenti inutili, sulla base del fatto che dopo averne chiusi alcuni ne spunterebbero degli altri.
Inoltre, c’è spesso confusione in merito a quale sia la terapia più efficace, o quando sia indicata l’una piuttosto che l’altra.
Per questo motivo, sono in molti a rinunciare a curarsi e ad accettare passivamente il problema, subendone però le conseguenze negative.

Dobbiamo invece ricordare che la scleroterapia e il laser sono dei trattamenti efficaci per eliminare i capillari sulle gambe; in questo articolo vedremo come funzionano, quando sono indicati e quali risultati danno.

Cosa sono i capillari sulle gambe

I capillari sulle gambe si chiamano, nel linguaggio medico, teleangectasie.
Si tratta di piccoli vasi sanguigni presenti sotto la cute delle gambe, che si dilatano e diventano progressivamente visibili assumendo un colore rosso, blu oppure violaceo. La loro presenza salta all’occhio rovinando l’estetica delle gambe.
Anche la forma è variabile; ce ne sono di sparsi e lineari, spesso di colore rosso, oppure a forma di albero dritto o rovesciato, o ancora di forma stellata oppure a macchia.

I capillari sulle gambe possono essere a forma di albero

I capillari sulle gambe possono essere isolati oppure associati all’insufficienza venosa, una malattia nella quale le vene delle gambe perdono la capacità di spingere il sangue verso il cuore diventando via via più dilatate e causando sintomi come dolore e pesantezza.
Per questo motivo, in presenza di questo problema è fondamentale studiare la circolazione venosa con un ecodoppler.

Molte persone che soffrono di capillari sulle gambe riferiscono anche sintomi come bruciore, dolore, pesantezza o affaticamento alle gambe stesse, o ancora crampi notturni.
Uno studio di alcuni anni fa ha esaminato un gruppo di donne sottoposte a scleroterapia per la presenza di capillari, che riportavano appunto questi sintomi; di queste, circa la metà ha riferito un miglioramento dei disturbi dopo il trattamento.

Perché si formano i capillari sulle gambe

Le cause alla base della formazione dei capillari sulle gambe non sono ancora del tutto chiarite.
Secondo alcuni studi, i capillari si svilupperebbero sulla base degli stessi meccanismi dell’insufficienza venosa, quindi il ristagno di sangue da un lato e il danneggiamento delle valvole presenti all’interno delle vene dall’altro. Ciò determinerebbe una inversione del flusso del sangue, chiamata reflusso, e la dilatazione dei vasi stessi.

A volte, tuttavia, i capillari si formano anche in assenza di problemi venosi. Le ipotesi, in questo caso, sono legate alla presenza di scarso ossigeno nei tessuti, che provocherebbe l’attivazione delle cellule vascolari e la nascita di nuovi vasi sanguigni, più dilatati e visibili.
Questo meccanismo di formazione dei capillari potrebbe spiegare la loro associazione con la cellulite.

I fattori predisponenti allo sviluppo dei capillari sulle gambe, invece, sono maggiormente noti.
I principali sono la storia familiare positiva, le gravidanze e l’assunzione di ormoni estrogeni, oltre che i traumi o il mantenimento della posizione seduta o eretta per molto tempo.

Le donne sono più soggette a questo problema rispetto agli uomini, in modo direttamente proporzionale al numero di gravidanze e all’assunzione di terapia ormonale. I maschi affetti, invece, hanno più spesso una sottostante insufficienza venosa.
In ogni caso, il problema aumenta con l’avanzare dell’età.

La popolazione tipo di soggetti che presentano capillari sulle gambe in assenza di insufficienza venosa è rappresentata quindi da donne, nelle quali il problema compare tra i 30 e i 50 anni e spesso si accentua in concomitanza con modifiche dell’assetto ormonale, come in gravidanza.
Spesso, come abbiamo detto, c’è anche una storia familiare positiva.

Come si eliminano i capillari sulle gambe

I principali trattamenti per eliminare i capillari sulle gambe sono la scleroterapia e il laser.
Vediamoli nel dettaglio per capire quando è meglio orientarsi su uno piuttosto che sull’altro.

Scleroterapia

La scleroterapia è una tecnica mini-invasiva di trattamento dei capillari. Consiste nell’iniettare una piccola quantità di farmaco all’interno di questi vasi oppure nella vena che li alimenta, con lo scopo di provocarne una sclerotizzazione.
La sostanza, infatti, reagisce con le cellule della parete vascolare, provocando un indurimento del capillare che lo occlude progressivamente, rendendolo non più visibile.

La scleroterapia può eliminare i capillari sulle gambe

Il trattamento di scleroterapia si effettua in sedute ambulatoriali di 30-45 minuti, intervallate da un periodo di qualche settimana durante il quale si verifica una transitoria reazione infiammatoria a livello dei capillari iniettati. Non bisogna spaventarsi, perché questa fase fa parte del normale processo di scomparsa del capillare.

Nell’arco del trattamento è importante non esporsi al sole, per evitare che compaiano macchie pigmentate sulla pelle che vanificherebbero il risultato estetico. Per lo stesso motivo, bisogna evitare le alte temperature, come in caso di saune o bagni termali, ed è sconsigliato fumare per non incrementare il rischio di trombosi.

Per ottimizzare il risultato estetico, infine, bisognerebbe indossare una calza elastocomopressiva idonea, che agisce in sinergia con la scleroterapia nel favorire la riduzione/scomparsa dei capillari. La calza può anche alleviare sintomi come dolore e pesantezza alle gambe.

Quando è meglio la scleroterapia

In generale, se i capillari sulle gambe hanno un diametro superiore a 1-1,5 mm (si tratterebbe in questo caso di vene visibili sulle gambe chiamate vene reticolari) la scleroterapia è considerata il trattamento di prima scelta.
In realtà, ci sono studi che hanno confrontato le due metodiche mostrando una sostanziale equivalenza nei risultati, sempre per quanto riguarda capillari di queste dimensioni; molto dipende dall’esperienza dell’operatore e dalla padronanza della tecnica.

Quando evitare la scleroterapia

In alcune situazioni la scleroterpia va però evitata ed è meglio orientarsi sul laser, sempre che la tipologia di capillare possa beneficiare di questo trattamento.

Ecco le situazioni principali:
– pazienti che hanno paura degli aghi (agofofici): queste persone non tollerano l’idea di essere punte e non accettano questa metodica di trattamento;
– pazienti che sono allergici al farmaco scleroterapico: ci sono fenomeni di allergia che, ovviamente, controindicano in maniera assoluta l’iniezione di questa sostanza, perché potrebbe provocare reazioni anafilattiche molto gravi;
– pazienti che hanno controindicazioni alla scleroterapia, come la presenza di PFO (forame ovale pervio, una malformazione molto diffusa nella quale c’è una comunicazione tra la parte destra e quella sinistra del cuore) o che sono ad alto rischio di trombosi.

Laser

Il laser è un fascio di luce che, a contatto con la cute, subisce una conversione della sua energia luminosa in energia termica; questa energia brucia determinati composti cutanei chiamati cromofori.
Ogni laser, quindi, ha un bersaglio specifico da “bruciare”, che dipende da un parametro chiamato lunghezza d’onda.
Nel caso dei capillari sulle gambe, il bersaglio da colpire è l’emoglobina contenuta nel sangue.

Il processo che subisce il capillare colpito dal laser diventa simile ad una sclerotizzazione, in quanto il calore sprigionato distrugge la parete del vaso sanguigno, che di conseguenza scompare.
Il laser ideale, quindi, dovrebbe avere una lunghezza d’onda idonea a colpire l’emoglobina del sangue e penetrare a sufficienza per colpire il bersaglio senza distruggere i tessuti circostanti.
Inoltre, per ottenere l’effetto desiderato, l’impulso deve durare il tempo necessario, che sarà tanto maggiore quanto più grosso sarà il capillare da bruciare.

In sintesi, le variabili che caratterizzano il trattamento laser sono la lunghezza d’onda della luce che determina quale bersaglio verrà colpito, la durata dell’impulso luminoso e la dimensione dello spot (che cambieranno a seconda del diametro del vaso da colpire), e ancora l’intensità dell’impulso.

Il laser può eliminare i capillari sulle gambe inferiori a 1,5 mm

Il trattamento laser dei capillari sulle gambe può essere problematico proprio perché i vasi da colpire hanno diametri e profondità variabili.
Uno dei laser maggiormente testati per questa patologia è il Neodimio YAG. La sua peculiarità è che presenta una buona affinità per l’emoglobina e uno scarso assorbimento da parte della melanina, che gli consente di essere usato anche nelle pelli più scure senza rischiare fenomeni di de-pigmentazione, minimizzando così le lesioni ai tessuti vicini.

Il trattamento laser dei capillari sulle gambe è un po’ fastidioso; si può avvertire un lieve dolore simile ad una bruciatura, che di solito è ben tollerato.
I capillari più piccoli, soprattutto quelli violacei, spariscono quasi subito, mentre quelli più grossi e diventano progressivamente più scuri e scompaiono nel giro di qualche giorno.
A volte è necessaria una seconda seduta di laser, da eseguire a distanza di un po’ di tempo.

Dopo il trattamento con laser può comparire un leggero gonfiore, che risolve nel giro di qualche giorno; il rossore, invece, dura qualche settimana.
Se il trattamento laser dei capillari sulle gambe è effettuato correttamente, le macchie di iperpigmentazione (cioè le macchie più scure) compaiono raramente, così come le ipo-pigmentazioni (le macchie più chiare).

Un’ultima complicazione del laser, da tenere sempre presente, è la comparsa di ulcerazioni.
Si tratta di lesioni della cute dovute alla troppa energia sprigionata dal laser, come quando si tratta in maniera reiterata una regione perché non si riscontra subito il risultato auspicato, ignorando che è necessario del tempo e che quindi la zona non va trattata eccessivamente.

Dopo il laser è opportuno applicare una crema idratante e non è raccomandata la calza elastica

Quando è meglio il laser

In generale, in caso di capillari molto piccoli, cioè di diametro inferiore a  0,5-1 mm, il laser è maggiormente indicato perché la puntura selettiva di questi vasi risulterebbe difficoltosa.

Un’altra situazione adatta al trattamento laser è il matting.
Il matting è una rete molto disordinata e intricata di nuovi capillari che si forma quando viene chiusa una vena che drena del sangue da un territorio cutaneo.
Questo può avvenire, ad esempio, nel momento in cui viene sclerotizzata oppure asportata una vena sana. Il sangue che ristagna, in questo caso, provoca la dilatazione di capillari fino ad allora nascosti, che spuntano in maniera disordinata sulla cute rendendosi visibili.
Poiché sono difficili da pungere, i capillari di un matting si possono trattare più efficacemente con il laser.

Il matting è un parrticolare tipo di capillari sulle gambe

Un esempio di matting

Infine, alcune zone della gamba come la caviglia e il cavo popliteo, oppure il dorso del piede, sono più idonee al trattamento con laser.
In queste aree, infatti, c’è poco tessuto sottocutaneo e le valvole venose possono avere un orientamento sovvertito; in tal caso è più facile provocare complicazioni se si utilizza la scleroterapia.

Perché a volte i risultati non sono buoni

I capillari non sono tutti uguali, rappresentano una problematica complessa e a volte il trattamento può addirittura peggiorare la situazione; questo avviene per lo più quando la situazione vascolare non è stata studiata correttamente.

Immaginiamo i capillari sulle gambe come una rete intricata di vasi collegati tra loro, nei quali il sangue si muove dai più piccoli verso i più grandi. A volte i capillari diventano visibili perchè il sangue refluisce da vasi più grandi, mentre altre volte il sangue va nella giusta direzione ma il suo flusso è ostacolato, rendendo i capillari più vistosi e dilatati.
A seconda dei casi, quindi, il trattamento dovrà essere differente. Ricordiamo che, se viene sclerotizzato un vaso che drena sangue in modo corretto, potranno formarsi dei nuovi capillari.

Inoltre, dobbiamo tenere presente che la presenza di capillari sulle gambe non può essere eliminata in modo definitivo, mentre possiamo intervenire sui fattori di rischio, sempre in maniera relativa (l’esposizione ormonale e la gravidanza sono fattori determianti).
Infine, l’utilizzo della calza elastocompressiva può migliorare il risultato della scleroterapia, e l’assunzione di alcuni flebotonici è di aiuto nel contrastare il problema.

Prima di qualsiasi trattamento, il mio consiglio è di rivolgersi ad uno specialista che possa effettuare uno studio accurato della circolazione con ecodoppler.

Fonti

https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pmc/articles/PMC6327418/pdf/etm-17-02-1106.pdf

https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pmc/articles/PMC7389636/pdf/CD008826.pdf

https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pmc/articles/PMC3458278/pdf/TSWJ2012-197139.pdf

https://www.ejves.com/action/showPdf?pii=S1078-5884%2808%2900460-7

 

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