Ecodoppler arti superiori: quando sospettare una patologia vascolare?
L’ecodoppler degli arti superiori consente di studiare la circolazione arteriosa e venosa del braccio e dell’avambraccio ed è consigliato nel sospetto di alcune malattie come la sindrome dello stretto toracico e la trombosi venosa.
Le malattie vascolari degli arti superiori sono meno frequenti rispetto a quelle degli arti inferiori o di altri distretti, e spesso sono anche difficili da diagnosticare.
Può capitare, infatti, di avvertire dolore al braccio o presentare un braccio gonfio, ma spesso il problema è di difficile interpretazione e le persone con questi disturbi non riescono a trovare specialisti che li aiutino a migliorare la situazione.
Quali sono quindi le più comuni patologie vascolari e quando va fatto un ecodoppler?
Ischemia degli arti superiori
Iniziamo da quei pazienti che avvertono dolore alla mano o alle dita, magari associato a senso di freddo e colore scuro delle estremità, fino ad arrivare a veri e propri quadri di ischemia cioè di mancanza di circolazione.
Si tratta per fortuna di casi rari in persone che soffrono di diabete o grave insufficienza renale; la causa è l’aterosclerosi, che porta all’ostruzione delle arterie dell’arto superiore compromettendo la circolazione e la vitalità dei tessuti.
In queste situazioni bisogna intervenire con una diagnosi tempestiva e in questo ambito l’ecodoppler degli arti superiori è l’esame da effettuare per primo per avviare l’iter terapeutico.
Sindrome dello stretto toracico
In questo caso si possono osservare persone tipicamente giovani che presentano dolori alle braccia, magari associati a senso di mano fredda o formicolio alle braccia; se questi sintomi sono scatenati da determinate posizioni del braccio dobbiamo ipotizzare un coinvolgimento vascolare.
Si tratta della “sindrome dello stretto toracico”, una malattia nella quale le strutture vascolari e nervose del braccio vengono compresse, a vari livelli, nel loro passaggio dal torace all’area compresa tra collo e clavicola (zona extratoracica).
I sintomi sono variabili a seconda che sia colpita la componente nervosa o quella vascolare; nel primo caso si avranno dolori alle braccia, alterazioni della sensibilità o formicolio alle braccia, mentre nel secondo caso si potrà osservare un braccio gonfio, presenza di colore scuro della mano o addirittura quadri di scarsa circolazione periferica.
La visita e un ecocolordoppler sono essenziali perché, attraverso l’esecuzione di alcune prove fisiche sul paziente, indirizzano verso la diagnosi ed il trattamento più opportuno.
Trombosi venosa
La comparsa improvvisa di un braccio gonfio, associato magari a dolore, può essere indicativa di una trombosi delle vene profonde dell’arto. Le cause possono essere legate a traumi, interventi chirurgici oppure inserimento di cateteri venosi, o ancora ci sono persone che per predisposizione genetica sono maggiormente a rischio di sviluppare questa complicazione.
La trombosi venosa profonda degli arti superiori va diagnosticata precocemente perché il rischio di embolia polmonare è lo stesso di quello conseguente a trombosi degli arti inferiori.
Inoltre, dopo un normale prelievo di sangue o dopo l’inserimento di un catetere venoso per l’infusione di farmaci si può manifestare un arrossamento doloroso lungo il decorso di una vena del braccio.
Si tratta di una flebite o tromboflebite, che può essere anche molto fastidiosa e deve essere diagnosticata con un ecodoppler anche per escludere una concomitante trombosi venosa profonda.
Le trombosi superficiali sono in genere meno pericolose di quelle profonde, ma possono essere comunque causa di embolia polmonare, anche se con meno probabilità.
Non è raro, infine, riscontrare un linfedema del braccio soprattutto nelle donne sottoposte ad intervento al seno (mastectomia) o nei pazienti portatori di Pacemaker cardiaco.
In queste situazioni il drenaggio dei liquidi dell’arto superiore è compromesso e può comparire un gonfiore del braccio anche importante e progressivo; questo ristagno di linfa tende a diventare con il tempo sempre più fibroso, provocando un maggior rischio di infezioni e diventando sempre meno reversibile.
Fistola dialitica
L’ecodoppler degli arti superiori è molto importante anche nello studio della fistola dialitica nei pazienti in diaisi.
Che cos’è la fistola? Si tratta di una procedura chirurgica che serve a collegare una vena con una arteria del braccio o dell’avambraccio, con lo scopo di far aumentare il flusso all’interno del vaso in modo da poterlo poi pungere per depurare il sangue attraverso i macchinari per la dialisi.
Con l’esecuzione di un ecodoppler è possibile misurare il flusso all’interno della fistola e quindi stabilire se funziona correttamente oppure no, studiare le sedi di puntura e pianificare il trattamento di eventuali punti malati.
Naturalmente deve essere effettuato da personale altamente specializzato in questo campo (nefrologo o chirurgo vascolare).
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