Trattamento della trombosi venosa: terapia anticoagulante ma non solo
La trombosi venosa profonda è un problema vascolare di cui si sente parlare spesso e che suscita preoccupazione generale, ed in effetti è potenzialmente grave poiché può causare complicanze anche fatali.
Cos’è la trombosi venosa profonda?
Una trombosi venosa è caratterizzata dalla formazione di un trombo, cioè sangue coagulato, all’interno di una vena; questo avviene per lo più a livello delle gambe, ma possono essere colpiti altri distretti come il collo, gli arti superiori oppure le grosse vene dell’addome.
Se la trombosi si forma in una vena superficiale si parla di trombosi venosa superficiale, mentre se si occlude una vena profonda, situata nei muscoli della gamba, si ha la cosiddetta trombosi venosa profonda (TVP).
I fattori che in linea generale determinano più frequentemente la comparsa di una trombosi venosa profonda sono gli interventi chirurgici, i traumi gravi, le fratture delle ossa e le lesioni spinali.
Va ricordato anche che la trombosi può manifestarsi spontaneamente, soprattutto in caso di predisposizione genetica quando vi sono delle mutazioni di alcuni geni correlati a proteine della coagulazione; altri fattori di rischio sono l’età avanzata, l’assunzione di alcuni farmaci come la pillola anticoncezionale, il fumo, la gravidanza oppure l’immobilizzazione per lungo tempo.
I sintomi principali della trombosi venosa profonda sono la comparsa di edema alla gamba (cioè una gamba gonfia), associato a dolore ed eventualmente alla comparsa di colore scuro sulla cute.
Una trombosi superficiale, invece, si manifesta generalmente con un arrossamento doloroso lungo il decorso di una vena sottocutanea, sia in caso di vene varicose che di vene precedentemente sane.
Che conseguenze ha una trombosi venosa profonda?
La complicanza più grave della trombosi venosa è l’embolia polmonare, un evento potenzialmente mortale che si manifesta di solito con dolore al torace o grave difficoltà respiratoria.
Questa condizione clinica avviene per il distacco di frammenti di sangue coagulato che, partendo dalla zona interessata dalla trombosi, seguono il flusso del sangue e vanno a bloccarsi nei vasi dei polmoni determinandone la chiusura.
Per questo motivo, quando viene riscontrata una trombosi venosa profonda è necessaria una terapia immediata con farmaci anticoagulanti, che va proseguita per alcuni mesi o comunque sulla base del giudizio dello specialista.
Va ricordato che l’embolia polmonare è una problematica che può presentarsi anche quando la trombosi è superficiale, seppur con minore probabilità.
Una trombosi venosa profonda, a distanza di tempo, può compromettere anche il drenaggio venoso dell’arto causando la comparsa di un edema alla gamba progressivo e ingravescente.
Questo processo si manifesta sia per l’ostruzione che la trombosi determina a livello della vena, bloccando in questo modo il flusso del sangue, sia per il fatto che fatto che, anche in caso di riapertura progressiva della vena, questa risulta in genere danneggiata dalla trombosi a livello delle valvole e perde in questo modo la capacità di direzionare il sangue verso il cuore contro gravità.
Se questo problema non viene trattato in tempo può evolvere nella cosiddetta “sindrome post trombotica”, una condizione clinica grave nella quale il ristagno di sangue nella gamba causa un gonfiore ingravescente fino allo sviluppo di alterazioni dei tessuti e comparsa di ulcere cutanee.
La terapia della sindrome post trombotica deve intervenire sin dalle prime fasi con l’applicazione di bendaggi anelastici, e successivamente attraverso la prescrizione di una calza elastica adeguata.
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